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di Marco Santopadre.
I sindacati di sinistra incrociano le braccia per la difesa dei diritti,
 contro la repressione e contro le politiche liberiste del governo 
Erdogan. Che minaccia di impedire lo sciopero con la forza.
Gli aggiornamenti
21.00 – Ancora
 marce notturne contro il governo in numerose città, mentre da poco sono
 iniziate le proteste delle luci – accese e spente in maniera frenetica 
negli appartamenti – delle pentole sbattute le une contro le altre o dei
 clacson. Modi in cui la popolazione dei quartieri popolari di Istanbul 
così come di altre città esprimere la propria contrarietà al governo e 
alla repressione selvaggia scatenata contro i manifestanti.
20.00 – Mentre
 scontri sono in corso in alcune zone di Istanbul, manifestazioni di 
protesta contro il governo si stanno tenendo nel centro di Ankara, di 
Çanakkale, di Eskisehir e Kocaeli. A Izmir oggi una grande 
manifestazione di lavoratori e giovani ha sfilato nella terza città del 
paese senza che si verificassero scontri. 
18.55 – Scontri anche a Sisli, a nord di Taksim, dove la Gendarmeria (la Polizia militare) ha attaccato di nuovo i manifestanti.
18.45 – Nonostante
 il fermo della metropolitana e i posti di blocco della polizia in vari 
punti alla manifestazione in via Istiklal continuano ad arrivare 
lavoratori, giovani e attivisti, al grido di ”Taksim dappertutto, 
Resistenza dappertutto”.
18.30 – Testimoni
 oculari hanno denunciato che dopo che la polizia ha attaccato gli 
scioperanti a Rumeli a dare manforte agli agenti sono arrivati una 
ventina di persone in abiti civili che hanno picchiato alcuni 
manifestanti al grido di “Chi tocca i nostri poliziotti si romperà le 
mani”…
18.10 – In
 diversi punti di Istiklal Caddesi la folla canta slogan a pochi metri 
dai cordoni di polizia, in particolare davanti alla sede del Consolato 
Francese.
18.00 – La linea 
della metropolitana che attraversa il centro di Istanbul è stata 
improvvisamente chiusa in molte stazioni, per evitare che i manifestanti
 già in strada vengano raggiunti dai lavoratori o dai giovani che non 
hanno potuto aderire allo sciopero ma che erano intenzionati a 
raggiungere le proteste dopo le lezioni o il lavoro.
17.50 – Cariche
 della polizia anche contro il corteo dei lavoratori nel quartiere di 
Pangalti. Sempre la stessa scena: idranti, gas lacrimogeni, granate 
stordenti. E se non basta proiettili di gomma e spray al peperoncino…
17.35 – La
 polizia ha caricato violentemente migliaia di manifestanti che sul 
viale Istiklal lanciavano slogan contro il governo e la repressione, 
all”altezza del Consolato Francese. I dimostranti hanno indietreggiato 
ma poi si sono riuniti di nuovo ed hanno ripreso a marciare verso 
Taksim. Altri cortei sono arrivati nel frattempo ad ingrossare la 
manifestazione principale. La gente grida ”Taksim è nostra, Istanbul è 
nostra”. 
17.30 – Violenta
 carica della polizia contro un corteo di manifestanti nel quartiere di 
Osmanbey, dove stamattina le autorità avevano chiuso la locale stazione 
della metropolitana.
17.25 – Anche nel quartiere di Pangalti il corteo dei sindacati è stato bloccato dai cordoni della Polizia.
17.20 – Un imponente cordone di poliziotti in tenuta antisommossa e di Toma forniti di idranti sbarrano la strada a Piazza Taksim.
17.00 –
 La folla di lavoratori e giovani è aumentata man mano che nei punti di 
concentramento a nord e sud di Taksim arrivavano i cortei provenienti 
dagli altri quartieri. Dopo alcune conferenze stampa e interventi dei 
vari portavoce delle sigle promotrici dello sciopero generale, migliaia 
di persone sono riuscite ad imboccare da sud Istiklal Caddesi, il lungo 
viale che conduce a Piazza Taksim, cantando slogan contro il governo, 
contro la repressione, contro le politiche economiche liberiste.
16.45
 – Il Partito repubblicano del Popolo (CHP, nazionalisti repubblicani) 
all”opposizione in Turchia ha diffuso alcune cifre che danno l”idea 
della violenta repressione delle forze dell”ordine contro i manifestanti
 antigovernativi. In due settimana di proteste la polizia avrebbe 
sparato circa 150mila capsule di gas lacrimogeni e 3mila tonnellate di 
acqua a pressione dagli idranti. Il partito assicura che i dati 
provengono da fonti di polizia e denuncia “gli attacchi indiscriminati 
contro donne, giovani, anziani e disabili”. I dati sono più gravi alla 
luce del fatto che si riferiscono alla repressione precedente al 15 
giugno, prima cioè dello sgombero violento di piazza Taksim e del parco 
Gezi.
16.40
 – Oltre a Istanbul e Ankara, manifestazioni dei sindacati per lo 
sciopero generale sono in corso a Adana, Manisa, Antalya, Samsun, 
Balıkesir, Çorum, Gaziantep, Kocaeli, İstanbul, Izmir.
16.35
 – Così come nel quartiere più a nord di Sisli, a Karakoy i cordoni di 
polizia rinforzati da barriere e blindati non permettono ai lavoratori 
di muoversi verso Piazza Taksim. I lavoratori gridano slogan contro la 
polizia e la dittatura. 
16.30 – In alcune
 strade del centro di Istanbul le persone che lavorano in alcuni negozi 
sono usciti in strada e gridano “La ragione è nostra, vinceremo”.
16.20 – Sono
 molte migliaia i lavoratori del settore pubblico e gli operai che 
insieme alle attiviste dei collettivi femministi e di altre 
organizzazioni popolari, si sono riuniti all”altezza del Tunnel a 
Karakoy per poi tentare di marciare verso Taksim. La gente alle finestre
 delle case di tutto il centro di Istanbul grida slogan e batte le 
pentole sulle ringhiere per fare rumore in segno di solidarietà con lo 
sciopero generale.
16.00 –
 Migliaia di lavoratori stanno manciando in vari cortei in diversi 
quartieri del centro di Istanbul, controllati a vista da un enorme 
dispiegamento di poliziotti in assetto antisommossa.
15.41 – Molte
 migliaia di lavoratori si sono radunati davanti alle sedi del sindacati
 DISK a Istanbul, nel quartiere di Sisli, e all”altezza del Tünel nel 
quartiere di Karaköy, verso il Corno d”Oro. Ad Ankara i sindacati stanno
 iniziando un”altra manifestazione di protesta dopo quella di questa 
mattina.
 15.50 – Secondo 
l”Associazione degli Avvocati Turchi gli arresti effettuati dalla 
polizia ieri ad Ankara sarebbero 116 se non 56 come sembrava in un primo
 momento. Molte le persone arrestate durante l”assalto della polizia al 
corteo funebre di Ethem Sarisülük, vietato dalle autorità in quanto 
ritenuto una ”manifestazione politica non autorizzata”.
15.30 – L”attivista
 dei collettivi studenteschi di Ankara Dilan Dursun, ferita gravemente 
ieri alla testa da un lacrimogeno sparato dalla polizia e operata ieri, è
 ancora in terapia intensiva e in gravi condizioni.
14.30 – Il noto regista turco-tedesco Fatih Akin ha 
rivolto un appello al presidente della Repubblica di Turchia, Abdullah 
Gul, chiedendogli di mettere fine all”uso eccessivo della violenza da 
parte della polizia contro i manifestanti di Gezi Park. “Mi rivolgo a 
tutti quelli che hanno una coscienza – ha scritto Akin in una lettera 
aperta a Gul, pubblicata sul quotidiano tedesco Hamburger Morgenpost – 
affinché fermino questa violenza”. Il regista de ”La sposa turca”, 
vincitore dell”Orso d”Oro al Festival di Berlino del 2004, ha quindi 
elencato una serie di episodi avvenuti in questi giorni in Turchia, 
dall”uso di gas urticanti all”arresto di medici che curavano i 
manifestanti, al caso di un 14enne con un”emorragia cerebrale causata da
 una spoletta di gas lacrimogeno lanciata dagli agenti. “La polizia 
interviene con tonnellate di gas lacrimogeno, con idranti, con 
pallottole di gomma in modo indiscriminato”. “Solo 10 anni fa, lei e il 
suo partito – scrive Akin a Gul – combattevante per i diritti e le 
libertà fondamentali. Non dovreste essere voi, quindi, a capire al 
meglio questa societa”? Non voglio pensare che abbiate rimosso la maglia
 della coscienza quando avete indossato quella del governo, come hanno 
fatto altri”.
14.15 – Mentre
 ad Istanbul, nonostante le minacce da parte del governo di ricorrere 
anche all”esercito contro i manifestanti, i sindacati mantengono 
l”appuntamento per un grande corteo diretto a Taksim, ad Ankara gli 
appuntamenti per il pomeriggio sera sono due: alle 19.00 al Güven Park e
 alle 21.00 in Viale Kennedy.
14.05 – Per ordine della polizia è stata chiusa poco fa la stazione della metropolitana di Osmanbey, nel centro di Istanbul.
13.55 – E”
 terminato senza incidenti, e al grido di ”La Resistenza Continua!”, il 
presidio di massa organizzato dai sindacati turchi di sinistra e dalle 
associazioni professionali progressiste nel centro di Ankara nonostante 
la tensione generata dalla forte presenza di polizia e dalle continue 
minacce di sgombero. Prima della conclusione, il portavoce del sindacato
 Disk Kani Beko aveva chiesto ai partecipanti di rispettare un minuto di
 silenzio per ricordare coloro che sono stati uccisi dalla repressione 
della polizia durante la resistenza delle ultime settimane.
13.40
 – Dichiarazioni minacciose, questa volta da parte del vicepremier turco
 Bulent Arinc. “Quel che ci viene richiesto è di intervenire se c”è una 
protesta contro la legge. Cӏ la polizia, se non basta cӏ la 
gendarmeria, se non basta c”è il Tsk”, cioè l”esercito turco, ha detto 
Arinc in un”intervista televisiva. La polizia “userà tutta l”autorità di
 cui dispone. Nessuno deve lamentarsi della polizia” ha detto Arinc al 
canale televisivo Haber, sostenendo che chi critica la polizia è chi 
vandalizza le città. “Le dimostrazioni sono uscite dall”ambito della 
protesta per Gezi. Sono uscite dall”ambito della legalità. Non possono 
continuare nelle strade, nei quartieri. Saranno immediatamente represse e
 i responsabili saranno processati. Penso che le proteste innocenti 
cominciate 20 giorni fa siano completamente terminate” ha detto Arinc.
13.00 – La
 polizia turca ha bloccato nel centro di Ankara una manifestazione con 
almeno mille militanti dei sindacati Kesk e Disk in sciopero. I reparti 
antisommossa, appoggiati da blindati e cannoni ad acqua, impediscono ai 
manifestanti di avvicinarsi a piazza Kizilay.
12.50 – Imponente
 schieramento di polizia a pochi metri dai lavoratori riuniti nel centro
 di Ankara che hanno rifiutato di sciogliere la manifestazione e 
cantano, saltando, lo slogan “Chi non salta è Tayyip”. Un dirigente del 
sindacato Kesk legge ad alta voce il comunicato di proclamazione dello 
sciopero.
12.30 – Migliaia
 di lavoratori di diversi settori – amministrazione pubblica, 
università, scuole, ospedali, poste – insieme ad attivisti di 
associazioni e partiti democratici e di sinistra stanno manifestando in 
piazza Kolej ad Ankara contro il governo nell”ambito dello sciopero 
generale di oggi.
12.20 – I poliziotti perdono le staffe: https://www.youtube.com/watch?v=-8YbYbX4tPE
12.00
 –  Il ministero turco degli Interni e quello della Giustizia stanno 
lavorando a una nuova legge che permetterà di indagare su chi pubblica 
“provocazioni” o “notizie false” sui social network e, in generale, sul 
Web e di metterlo sotto processo. Lo ha annunciato il ministro degli 
Interni, Muammer Guler, spiegando ai giornalisti ad Ankara che, in 
merito alle proteste antigovernative in corso nel paese, sono state 
pubblicate negli ultimi giorni su Twitter e sugli altri social media 
molte “informazioni false e piene di provocazioni” e questo ha reso 
necessario un intervento del governo.
11.25 – I sindacati chiamano i loro aderenti ad Istanbul a partecipare ad un corteo fino a piazza Taksim, a partire dalle ore 16.
11.15 –
 Migliaia di lavoratori del settore pubblico e di medici stanno sfilando
 dai loro posti di lavoro e dagli ospedali verso Piazza Kolej ad Ankara 
dove è stato fissato il concentramento.
11.00 – “Come
 organizzazioni del lavoro e associazioni professionali della Turchia da
 sempre al fianco della lotta del popolo turco per i suoi diritti, la 
giustizia, la libertà e la democrazia, pensiamo sia nostro dovere oggi 
assumerci il compito di fermare l”aggressione del governo dell”AKP e la 
sua trasformazione in un regime dispotico. Per tutte queste ragioni, il 
17 Giugno i nostri membri esprimeranno la loro opposizione a tale 
aggressione nei loro luoghi di lavoro e nei servizi e marceranno nelle 
piazze centrali delle loro città“. 
DİSK (Confederazione dei Sindacati Rivoluzionari della Turchia)
KESK (Confederazione dei Sindacati dei Lavoratori del Settore Pubblico)
TMMOB (Unione delle Camere degli Ingegneri e degli Architetti Turchi)
TTB (Associazione dei Medici Turchi)
TDB (Associazione dei Dentisti Turchi)
Il governo contro i sindacati: “sciopero illegale”
“C”é
 un tentativo di portare la gente in strada attraverso proteste illegali
 come uno sciopero (…) Voglio precisare che non sarà permesso”. La linea
 del governo Erdogan non cambia, neanche contro i lavoratori dei due 
principali sindacati di sinistra del paese – il Kesk e i il Disk – che 
oggi insieme ad alcune associazioni di categoria degli ingegneri, dei 
medici, degli avvocati, degli architetti e dei dentisti sono scesi in 
sciopero in tutto il paese. 
 A minacciare i lavoratori ci ha 
pensato questa mattina il ministro dell”Interno turco, Muammer Guler, 
che ha definito illegale lo sciopero generale già in corso promettendo 
repressione. “Le forze dell”ordine non lo permetteranno” ha detto Guler 
durante un intervento ad Ankara. 
 Nonostante qualche 
segnale teoricamente distensivo arrivato alle prime luci dell’alba – la 
polizia turca ha tolto il divieto di accedere a piazza Taksim, a 
Istanbul, epicentro delle proteste anti-governative – le minacce del 
governo contro i lavoratori si sono già tramutate in realtà. Alle prime 
ore di oggi le forze di sicurezza hanno usato gas lacrimogeni e cannoni 
ad acqua contro i manifestanti riuniti ad Ankara e bloccato migliaia di 
attivisti dei sindacati che a Istanbul tentavano di raggiungere il 
centro della città. Scontri si sono già verificati stamattina in diversi
 quartieri della metropoli sul Bosforo. Gli attivisti dell”opposizione 
hanno denunciato che la polizia è di nuovo intervenuta con cannoni ad 
acqua e lacrimogeni contro un ospedale vicino a piazza Taksim dove i 
manifestanti si erano rifugiati. Gli scontri sono iniziati durante la 
notte e non si sono mai fermati finora nella città di Eskişehir, dove si
 segnalano numerosi arresti e feriti.
 Ma i sindacati 
hanno confermato lo sciopero generale dichiarato contro il governo e la 
repressione, il secondo da quanto le forze di sicurezza hanno cominciato
 a reprimere brutalmente le proteste di piazza pacifiche.
 “La nostra richiesta è che la violenza della polizia cessi 
immediatamente” ha detto alla France Presse Baki Cinar, il portavoce del
 KESK, sigla che rappresenta alcune centinaia di migliaia di lavoratori 
che stanno già paralizzando scuole, ospedali e uffici pubblici in tutto 
il Paese. ””Il governo dell”Akp ha lanciato un”offensiva contro la 
nazione, che rifiuta di abbandonare i suoi diritti e la sua libertà 
portando avanti una resistenza continua”” recita il comunicato congiunto
 diffuso ieri sera dai cinque sindacati che aderiscono allo sciopero 
generale. Oltre al Disk e al Kesk, hanno aderito il Sindacato dei medici
 turchi (Ttb), quello degli ingegneri e degli architetti (Tmmob) e 
quello dei dentisti (Tdhb). Così come altre associazioni 
‘professionali’, seppur non formalmente. I sindacati hanno chiesto 
tolleranza e sostegno alla popolazione nelle piazze per una ””Turchia 
più giusta, egualitaria, libera e democratica””. ””I membri del Kesk 
andranno al lavoro, leggeranno un comunicato e poi scenderanno in 
piazza”” aveva avvisato ieri il segretario generale del Kesk Ismail 
Hakkı Tombul. 
 
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